La vedo dal vetro appannato
trapassare gocce di pioggia
Donna, sì, non di copertina,
senza forme feline
Donna come madre
e madre come fatica
di un’esistenza portata a braccio
per ogni stanza
e un passo stanco
di rincorrere necessità
o i sorrisi negati
da facce amiche
ora sì donna
ora che piove puoi piangere
stringendo le mani
adesso che piove puoi sospirare
Donna che hai espiato
nei passaggi del tempo
la violenza del corpo
nelle frasi umilianti
estirpate dal ventre,
nei doveri imposti
da chi fa pesare
la propria scarsa importanza
e affida al silenzio
ciò che chiama decenza
ma è respingere affetto
e cercare favori
a chi non può rifiutarli
nella morsa serrante
dell’indifferenza
Dietro al vetro opaco
ti osservo loquace
di affranta tristezza
e sfido me stesso
a legger disperazione
che chi prova capisce
chi è distante intuisce
Come fantasma incapace
di affondare richieste
di avvistare la forza
per guadare il dolore