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Pubblicata il 04/10/2007
Venerdì, sabato e poi ancora

C’ è un uomo arpionato al petto
da un sentimento camuffato da tormento
screziato di azzardi continui alle apparenze
che si affanna a risciacquare via il rossore della vergogna
come fa col rossetto dal bordo dei bicchieri ogni venerdì sera

Il sabato poi si impone il cilicio della ragione
ma non riesce a negare che sia
di più ,di nuovo, diverso,
e di dubitare di appartenere
ad una eternità di fedele sussiego.

Aggrappato alla ringhiera dei penitenti
sgrana i comandamenti dell’ espiazione
che ha tatuati sopra l’ombelico
si segna con le dita di promesse assolute
nel nome della fiducia, della fedeltà, dell’amore.

Unge ogni dubbio col Chanel Nr.5
negando che sia bugia anche il silenzio che lo difende
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Ti ringrazio per essere tornata, e avermici ricondotto a questi versi, che ho visto trà l'altro avavi già commentato, commento al quale io sgarbatamente non avevo risposto a suo tempo.
Quell'ottobre del duemilasette è parte di un periodo ingarbugliato per me che l'ho vissuto, ed immagino complicato anche per chi, come te ha tentato di trovarne il bandolo, lieto, ma dubbioso sul fatto che tu duca di averne trovato il senso d'insieme.
Ad ogni modo grazie ancora per la lettura attenta che dedichi ai miei scritti.
zordoz

il 18/06/2010 alle 05:49

wow...un testo insolito tra i tuoi, per linguaggio...molto espressivo ed imaginifico...spero che il garbuglio degli eventi si sia sbrogliato...intato ti dico molto bravo, dal titolo alla fin...un caro saluto, andrea^^

il 11/09/2013 alle 00:49

Andrea, se tu sapessi quante "stesure" ha avuto questo testo....nasce da un ingarbugliamento, che le parole tentano non di districare, ma di riportare nelle sue componenti e nei suoi aspetti ed anche questo mi è risultato complesso...Ti ringrazio per averli scovati questi versi e per avermici ricondotto. un abbraccio, sergio

il 11/09/2013 alle 06:01