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Pubblicata il 04/10/2007
Ho appeso un ridestato scorcio
a questa voluta che dalla memoria
spalanca un palpito nel petto,
come una vizza e triste aurora.

Fiumi d’armonie sperdono
le loro note
in un franto-terso lacrimare.

Discendo un ripido sguardo
al di là d’ogni incanto,
indolenzito dal tempo.

E’ l’effigie della perdita
folata che s’avverte
se non quando il vento è fermo
che tutto volge ormai
a cambiare.

Ma l’anima del cielo
riannoda in nuvole
i ricordi,
e mi riprende come un padre,
che lasciandomi disse:
“Non dimenticare”…
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fra,malgrado tutto è un sano lacrimare ,pulisce dentro e porta fuori il dolore,a volte ricordare è monito per noi stessi,ascoltiamo il nostro essere che ci indica la strada con i consigli del tempo,un abbraccio a te che valuti i passaggi anche importanti come una bilancia in equilibrio e lo trasmetti attraverso lo scritto,a prestissimo ,cate

il 04/10/2007 alle 18:11

Tratteggi il ricordo, lo sublimi, sia col moto intimo del tuo cuore, che con la parola che lo comunica.
Ogni volta che ti leggo resto ammirata dal tuo sentire.
Un caloroso abbraccio, mati.








il 04/10/2007 alle 22:31

grazie...con un pò di ritardo...bacio fra

il 09/10/2007 alle 13:16

bacio grande mati....e grazie...fra

il 09/10/2007 alle 13:16