PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Sem
Pubblicata il 26/09/2007
Io credo nell’amore eterno, ma ho imparato a collezionare certi capelli profumati sulla mensola sopra il letto…potrebbe essere per sempre anche questo. Parlo meno perché potrei sgualcire la notte, e, penso, come fai ad essere così bella?A stopparmi così nella velocità?.
Leggo e rileggo Platone da anni luce per capire…perché ci credo così tanto nelle metà perdute. Ma probabilmente stimolo l’immaginazione con un bicchiere di rosso 15° e vedo che tutti sono alla ricerca. E l’abitudine non so cosa sia…non ne ho avuto il tempo. Ma esistono dita così appiccicose che a strapparsele di dosso si rischia l’estetico. Brame. Voci. Preghiere. Il primo scalino. Candele. Interruzione. Le finestre. I passi. Monotonia. Mura. Passaggio di sera. Così mirai. Vetro colorato. L’anno 25° della tua vita. Resti e sali e piena in me. Quali spruzzi di occhi celesti, affogando nel nero dei miei desideri. Un’eco di giornate di piacere. Un’eco m’ha raggiunta, la favilla d’un rogo che mi arde. Ho ripreso i tuoi colori tra mano. Ho letto, ancora, ancora. Sin che morì la luce. Ed uscii sul balcone, malinconicamente, per mutare pensieri. Ti distendi col tuo sonno nel mio sonno e mangio manciate di stelle. Tali sono le brame che trascorsero inadempiute, senza voluttuose notti, senza mattini luminosi. La tua voce mi parla nei sogni e la sente a volte tra i pensieri la mente. È alta, molto alta, troppo alta la scala di poesia che indossi. Parli come se piovesse…e io che non ho mai amato la pioggia adesso amo. E guardo avanti le candele accese. Non mi voglio voltare, per non scorgere, in un brivido, come s’allunga presto la tenebrosa riga, come crescono presto le mie candele spente. Sotto la visiera balli ad occhi chiusi. L’immagine ricorrente. Di un’ombra che splende contro la mia fronte. Penso spesso…sono solo un’anima dubbiosa e contraddittoria che ha come dimora un corpo tragicomico e leggero. Trascorrono nei tuoi occhi vivi le tue visioni. È tua l’epifania della bellezza di che le sane, voluttuose menti, armoniose carni fremono. E vai, dentro la notte illuminata con godimenti ora reali e ora turbinanti nell’anima. Ma cosa ne so io?. Cosa so io?. Congetture o sfumature. Accendiamo insieme le mie candele. Basta un soffio e ci lasceranno in pace. Solo cera che cola. Appena intravveduti visi, vaghi contorni di non compiuti amori poche memorie labili. Prenderò a pungni tutti quei sogni che non dicono la verità e appestano le tue notti.
E un metro sopra il prato rumoroso ho sperimentato per la prima volta il salto in lungo del tempo, la compatibilità dei nostri nasi, delle guance, e la disuguaglianza del nostro modo di pensare che ha un cozzare morbido e scintillante. Hai alzato e attenuato la mia voglia con facilità di gesti e strette e a casa ero ancora in attesa. Dentro al buio più pesante. Crescendomi dentro come voglia infinita dice la canzone. Perché è così. I circuiti del mio silenzio si sciolgono sotto il caldo del tuo tutto.
  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)

Riflessiva, introspettiva...prosapoesia

il 27/09/2007 alle 09:05