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Pubblicata il 05/07/2002
Io poeta notturno,
per il mio ignoto poema.
Mi ispiro ancora per teneri cieli
lontane chiare ombre correnti,
segno del suo pallore,
vegliano le stelle nei pelaghi del cielo.
Guardo i monti,
sento le mute fonti dei venti
di lontananze ignote.
E la melodia di lontani canti sperduti
sempre più lenti
e ambigui nella notte fonda.
Da gli occhi lucenti e angelici
mi abbandono in un oblio
guardando il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna,
pensieri di fiumi scorrono
che mi regalano la rara felicità.
Ho ripassato le epoche della mia vità,
è una nostalgia che in ognuno traspare,
riconoscendomi in una docile fibra dell'universo.
Mentre arriva il gran silenzio della notte,
vedo in questa calma
in cui le cose s'abbandonano
e sembrano vicine a tradir
il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetti di scoprire
senza illusioni d'intelletti immortali
di tutti i mali,
ritrovar gli eterni e veder gioia regar,
dalla mia mente l'amorosa idea,
più tenui le membra,
essa la mente...........................

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