Dalla strada osservo l’andare dei miei giorni vestiti di occhi… mani…labbra…
Singoli pezzi di travi sospese nell’aria
sono il mio vissuto… i miei attimi vitali.


Attraverso la strada per guardarli dall’altro lato…
sembrano diversi.
Li faccio scorrere tra le mie dita
cercando di riviverli sotto il palmo delle mani.


Sintomi d’immatura coscienza,
semplice distinzione furtiva
del mio compìto peregrinare in questa vita.


Figure eteree m’indicano di percorrere ancora la strada,
ma continui pensieri languidi, come lanterne accese, ostacolano il mio incedere
ed il giorno e la notte s’alternano ipnotizzando la mia sensibilità.


Memore della mia condiziona passata
subisco il fascino dell’ignoto come iena bramosa di vita.
Metamorfico uso di parole capovolte per definire il mio bagaglio…
una valigia di pelle nera… pesante fardello ideologico.


Necròforo di me stessa rinasco da un giorno nefasto bussando alla tua porta.
Mi fermerò solo un istante
perchè una lacrimevole immagine di me ti bloccherà il cuore…


Migrerò altrove…
Soggiogando il mio io
in questi ultimi giorni che restano.