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Pubblicata il 18/08/2007
ma questo crach -
- rumore di ferro arrugginito che si stacca
in polvere di ruggine e segmenti -
che adesso stride e mi tormenta,
è così dissimile dalla coesione,
quella che rende indistinto ogni frammento?
L’io e il tu
sono due frecce
in opposta direzione:

chi unisce due fiumi paralleli?

Neanche il vapore:
perfino le nuvole
se ne stanno separate:

due venti contrari
sembra le spaventi…

Così questi occhi:
lo sguardo perso a mendicare a un’ombra

appena un pugno di pulviscolo di stelle
da passarsi tra le onde dei capelli,

le labbra arse come fili d’erba secchi
a perdere parole che s’inceneriscono…

Ma questo crach
è il rumore di una porta,
quella che si chiude dietro le calcagna
e macera il silenzio nella stanza:

…lo senti come grida il vuoto,
come torce il filo dei ricordi,
maltratta i nodi tra le unghie, lo senti
il tarlo nella trave del soffitto…
non vedi che il tetto cade a pezzi
e la pelle si scotta a mezzogiorno?


Sei oltre l’eco di tutte le domande,
riva che non tocca l’altra riva,
rincorri le orme del tuo io
e bevi
nel vuoto del bicchiere

Rosanna Spina
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infinite incolmabili vicinanze

il 18/08/2007 alle 14:18

O.k.: sei di una precisione al millimetro!

Ti lascio un bel saluto,

Rosanna

il 18/08/2007 alle 15:07

Ah ma allora si vede, quando il frutto non è maturo! L'avevo appena scritta, e già da sola avevo modificato qualche riga...

Hai fatto bene a dire il tuo parere, come vedi non sono una dei tanti che si sentono intoccabili, e le emozioni ce l'ho anch'io, ma quando lo scritto s'inceppa, s'inceppa!

Posto la versione riveduta, ma non la considero definitiva; nel frattempo, se vuoi, puoi essere più preciso, in modo che mi sia più chiaro su cosa dovrei lavorare ancora.

Grazie del tuo riscontro sincero.

Rosanna

il 18/08/2007 alle 15:28

questione di rumori..
il mio crack..
è scritto con la cappa
il tuo con l'acca
per questo rischi il flop
ci vorrebbe un crick
per sollevare il crach
o un crich
per sollevare il crack?

il 18/08/2007 alle 15:37

Io non sono un esperto in metrica, scrittura di versi e altro; mi avvalgo solo di una cosa, forse sbagliando, ma te lo dico qui.
Mi avvalgo di ciò che lo scritto mi "fa sentire" quando lo leggo a voce alta declamandolo, cercando di declamarlo il più vicino possibile al sentimento trascritto in parole.
Come dice un commento che mi precede; mi perdo da "appena un pugno... " a "si scotta a mezzogiorno". qui si interrompe il bel ritmo della prima parte per poi riprendersi nella chiusa.
Questo è il mio sentire, sembra che siano entrate nella poesia un pò forzatamente.
---
Esotericamente direi; sì, due rive, due rotaie prallele non si incontrano mai se lo facessero in realtà provocherebbero disastri... ma le parallele della poesia non sono di ferro o di terra e roccia...
potrebbero anche incontrarsi...
basterebbe "osare invece di solo sperare e/ stare lì a guardare" ;-)
Scusa la lunghezza
Ciao
Giuliano

il 18/08/2007 alle 16:02

Descrivi una distanza che cresce a dismisura.
Ti allontani da quel sentimento che un tempo sarebbe stato capace di incatenare con dolcezza i cuori.
Un saluto, mati.

il 18/08/2007 alle 16:21

e no, tutto scricchiola o scrikkiola, come qualcuno dice qui, è un patatrac, ma che non sia crack!

il 18/08/2007 alle 17:15

Versione modificata:




Ma questo crach



ma questo crach -
- rumore di ferro che si stacca
in polvere di ruggine e segmenti -
che adesso stride e mi tormenta,
è così dissimile dalla coesione,
quella che rende indistinto ogni frammento?

L’io e il tu
sono due frecce in opposta direzione:
chi unisce due fiumi paralleli?

Perfino le nuvole se ne stanno separate:
due venti contrari sembra le spaventi…

Così questi occhi:
lo sguardo perso a mendicare a un’ombra,
appena un pugno di pulviscolo di stelle
da passarsi tra le onde dei capelli,
e aspre parole che s’inceneriscono
su labbra arse come fili d’erba secchi…

Ma questo crach è il rumore di una porta,
quella che si chiude dietro le calcagna
e macera il silenzio nella stanza:

lo senti come grida il vuoto, come torce il filo
dei ricordi, maltratta i nodi tra le unghie,
lo senti il tarlo nella trave del soffitto,
non vedi che il tetto cade a pezzi?


Sei oltre l’eco di tutte le domande,
riva che non tocca l’altra riva,
scavi nel pozzo dell’arsura
e bevi sete nel vuoto del bicchiere





il 18/08/2007 alle 17:18

Sei stato chiaro ed esaustivo, e hai - avete - ragione; puoi dare un'occhiata alla nuova versione, il resto maturerà dopo un po' di tempo, altrimenti la strapperò, ma intanto mi ci sono provata!

Grazie dell'attenzione, Rosanna

il 18/08/2007 alle 17:23

Sì, purtroppo...

Rosanna

il 18/08/2007 alle 17:25

Grazie a te; ma se posso: non stracciare mai niente, ci sono momenti diversi di maturazione se non matura ora lo farà, col tempo matura tutto e/o cambiamo noi la visualizzazione delle cose e... provarci è sempre necessario e utile, altrimenti sarebbe la stasi.
ciao

il 18/08/2007 alle 23:26

Adesso "canta", ha un bel ritmo blues.
peccato che non so suonare nessun strumento altrimenti la musicherei.

Ciao
Giuliano

il 20/08/2007 alle 13:41

Ciao Giuliano,
non sarà questo il momento di imparare a suonare e a far musica? :))
Chissà che ne verrebbefuori...Per ora lascio "riposare"...

Grazie,

Risanna

il 20/08/2007 alle 14:41

Ok, starò più attenta a registrare i rumari!
Ciao!
R.

il 20/08/2007 alle 22:02

RUMORI!

il 20/08/2007 alle 22:03

Vero anche questo...
un sorriso,
R.

il 20/08/2007 alle 22:04