PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/08/2007
Ti stringi nella vita convulsa
-a triangolo isoscele-
Attacchi sputi alla tua falsa coscienza
e li allarghi a tutto quello che tocchi.

Come quelle che porti in albergo
e ci passi le ore
che in risa poi le contorci
poi mi sbuffi addosso che lei
è più giovane e puttana
-zucchero di canna che le lecchi
sul corpo- Con lei …o con loro
-ma che importa?-hai fraintesi di libertà
che t’inventi, tu che sei schiavo del sesso.

E dopo ti sento dire
che non ami nessuno, o che non ami
più nessuno ( ma è forse perché non t’ama
più nessuno?)
E allora mi taccio.E taccio il dolore che mi sento
come quando mi duole la pancia e mi si rivolta dentro
e io non c'ero.

Intanto
l’aereo ti prende,come fossi putrefatto.
-Ma il tanfo non si sa-
E tu dimentichi le scarpe.
Ed anche di salutarmi.
Ma tanto poi torni.
Sì.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Sì, hai fatto bene a dirgliele.

"E allora mi taccio.E taccio il dolore che mi sento
come quando mi duole la pancia e mi si rivolta dentro
e io non c'ero".

E lui?


Me la ricordo, questa poesia, un piacere rileggerla qui.

Ti abbraccio...

Ros

il 04/08/2007 alle 12:07

lu, che ti succede? Fregatene fra poco è autunno e noi due ci 'faremo' di marroni lo zucchero cancella tutto
ti lascio un bacio e il solito voto

il 04/08/2007 alle 13:57

ricordo questa poesia che riproponi
un atto di un uomo (il suo)nei confonti di una tua amica...non si è comportato bene..diciamolo
e tu lo hai riportato molto bene ..l'evento

il 04/08/2007 alle 15:14

E dopo ti sento dire
che non ami nessuno, o che non ami
più nessuno ( ma è forse perché non t’ama
più nessuno?)..

Giàggià.. un abbraccio stretto dolcissima.

il 04/08/2007 alle 15:35

Un doloroso incidente di percorso, descritto con realismo e tanta sofferenza.
Un caro abbraccio, mati.

il 04/08/2007 alle 18:54