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Pubblicata il 26/07/2007
Immerso nei miei libri, nell'ora della morte,
prego la mia piaga affinchè si rimargini,
prego il mio Dio affinchè
raccolga le mie bestemmie,
e mi divori, l'anima ed il corpo.

Nell'ora della ricreazione, i bimbi giocano,
imparano a vivere, a rubare, a riflettere,
giorni tristi, li aspettano.
Io curo la piaga,
ma lei si infetta ancora di più.

Impreco...

Quanto ho bevuto, alla fontana della verità,
mi sono ubriacato di visioni celestiali.
Poi, una lettera dell'Antico, mi ha riportato a casa,
nel mio vecchio corpo corroso dai tarli del dubbio,
dalla vita spirale di sentimenti,
del parlare nemica ed abuso sul minorato, sul diverso.

Vita, comunque ti amo e sono felice
di curare piaghe incurabili,
questo è mio compito, dovere e potere,
assoluto anello mancante nel mio divenire polvere.

Ti leggo i passi antichi della mia storia,
delle mie assunzioni giornaliere
di nicotina, di alcool e
di sesso rubato agli angoli delle strade.

Vita da pollo di allevamento,
vita di non meditante,
povero cattolico battezzato per forza, ma poco praticante,
del mio essere divenni l'alter ego.

Sei così anche tu alba sfolgorante,
che bruci la pelle del mio essere sentinella
delle piaghe del mondo.

L.L.
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lui ascolta tutto e comprende, dovremmo noi volerci più bene,e poter ripetere che siamo qua per vivere insieme con i nostri limiti,un caldo abbraccio cate

il 26/07/2007 alle 22:07