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mat
Pubblicata il 24/07/2007
Cielo terso annuvolato, un sole immerso, affogato
chiese aiuto ad un passante con un silenzio insistente.
Ma il passante stralunato scappò e corse atterrito
urlando al cielo parolacce, insulti offese e minacce.

Il sole, sorpreso e impaurito, nascose il volto reclinato,
ma passava in quell’istante una donna dall’incedere elegante.
Con prontezza e con ardore mostrò a lei il suo splendore,
ma la donna indaffarata non degnò la sua uscita.

Il sole vinto e affranto si era ormai quasi spento
quando un bimbo fischiettando scrutò il cielo sospirando:
“che cielo triste e scolorito” disse il bimbo incuriosito
“senza un sole da ammirare il cielo è triste ed incolore.”

E il sole udendo le parole si affacciò con la sua mole
sorridendo al fanciullo con un raggio bello e caldo.
“Finalmente sei uscito” disse il bimbo rallegrato
“Ero triste e pensieroso” rispose con far cerimonioso

“Ma come faccio a toccarti? Da qui posso solo ammirarti.
se tu non fossi così lontano potrei prenderti per mano.”
“Mio giovane amico umano, io son vicino ma lontano
son troppo caldo da toccare, non mi posso avvicinare.”

“Però ascolta attentamente se tu sali su quel ponte
puoi, nell’acqua del torrente, veder la mia immagine apparente”.
E il bambino velocemente si affacciò da quel ponte
riflettendo nell’acqua il capo con quello dell’amico rinfrancato.”
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mat

la mia speranza è quella d'incontrare persone decise a comunicare il proprio esser speciali ed uniche. Gli amici, se sono veramente tali, ci riescono. Grazie per la tua dolcezza nelle parole

il 25/07/2007 alle 21:45