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Pubblicata il 21/07/2007
Ti condussero i treni della notte
con le loro bandiere di vento,

giungesti dai luoghi
dove regna sovrana la neve,
dai luoghi d'esilio

dove brilla un sole freddo
ansioso di agrumeti,
di vellutate mente
e di muschi ebbri di rugiada.

Giungesti improvviso,
come sparo che frantuma
la quiete dei giorni,
come urlo nella notte dormiente,
come fiocco di neve sopra il pruno.

Ma tu giungesti
con le braccia colme di sorprese,
con le tue lampade
rosseggianti nella notte,
con i tuoi specchi policromi,


per abbagliarmi come un'allodola,

per attirarmi nel tuo carniere,

per ospitarmi nel tuo castello di felicità

orlato d'improvvisi smerli di lucida follia.
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