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Utente eliminato
Pubblicata il 01/07/2002
Gonfia le gote,
si smorza;poi contro
le scorze di nuovo s'abbatte
il vento gelato d'autunno.
Desiste,ritorna in alterno
moto nel freddo meriggio.
Dall'urto del vento gli olivi
piegan le rame aggrappati
agli erti declivi,
alle brulle colline
attecchiti.
La volta sorvola la foglia
o crepita al suolo,brunita
schiacciata da un passo
nel viale alberato,
o cade nel prato dall'arsa
erba bruciata dal gelo.
Guardo la pianta di melo:
il tutto in assenza
miro di vita,l'albero
gli acini a terra,
la rinsecchita
foglia andar per la corte;
fra l'altre crepitar morte
d'ormai vigna bruciata,
la scura scorza sbucciata
dall'aria inclemente.
Ilare il sole irraggiando
i prati ferali agghindando
di luce celebra il giorno
fuggendo a ponente,la terra
agra lasciando al suo gelo.
Vola una rondine,migra
nel limpido cielo.
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