PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/07/2007
Sembra quasi
che il tempo sia volato…
tra sessioni d’esame,
la patente e l’attività militante,
o se preferisci, volontariato.

Sicuramente meno costante
lo studio è stato;
mi godo il primo anno da matricola,
ma un po’ mi sento inutile,
anche se pieno di propositi.

È un mare aperto, adesso;
lontano è il porto
con le sue certezze.
Ma non posso sempre stare
sulla nave;
dovrò prima o poi prendere
la scialuppa ed andare.

Parlo… ma non sento ancora,
su di me,
l’abisso della precarietà.
La nave-nido ha ancora scorte,
ma passa il tempo,
e mi dovrò allenare
per sopravvivere alla legge della giungla,
per barcamenarmi a decantate flessibilità innovative.

Ma lo stesso è rimasto
il sistema, anzi,
peggio è diventato.
Un sogno, che rimase incastrato
tra i mattoni di un muro,
è crollato.

Ma si può ricostruire
la speranza, come Fenice rossa
dalla cenere e dal sale:

nella pratica quotidiana
dell’impegno ideale.
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