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Pubblicata il 14/07/2007
Illa lunga, d’invasa scuro, m’invocò pietà

Destò pensier e strazio chè di nulla umano

L’inganno Luna, di bellezza luce mi stordì

Rinvenni in’io che più sospiro tremolante

D’esto sogno portò d’impetto morte in me

D’invocazioni ella fu d’indifferenza ignota

Nell’oltrepasso bestia fui ribelle al trascinar

In cui momento corpo vidi che scioglieva

Issavo vuoti sparuti al pensier di esta andata

Parvi videre progetti destinati di creazione

Trascendenti mondi ruota d’obbliga rinascita

N’ommai in tal momento mi sentii privato a Dio

Isso fu innato mancamento che spezzò grida mie

Vidi l’io inzuppare d’un sudor liberazione

Oh realtà oh vita mia, tanto mai ti fui distante

T’ancoro più peso, non mi voglio più staccar

carlito
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carlito, quando scrivi in codesto modo, indecifrabile ermetico da far paura, mi gridi più forte il tuo bisogno d'essere capito e liberato dai tuoi spettri.

però sei dietro un muro inabbattibile, sforzati di aprire un piccolo varco, al di quà c'è gente che ti ti è amica e che ti vuol bene.

deamor

il 14/07/2007 alle 15:34

è la descrizione di un sogno avvenuto di notte durante il sonno riguardante la morte, questa poesia l'ho voluta un po' mia....
un salutone
carlito

il 15/07/2007 alle 19:32

è la descrizione di un sogno avvenuto di notte durante il sonno riguardante la morte, questa poesia l'ho voluta un po' mia....
un salutone
carlito

il 15/07/2007 alle 19:32