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Pubblicata il 13/07/2007
Penelope reincarnata,
di un novello odisseo
ho tessuto bende–sudari
per le quotidiane delusioni
che mi devastavano i sogni.


Divenni per te
la rosa tardiva
sbocciata su uno stelo
inaccessibile
al limite del cielo.
Un vento sensuale
la scompigliava
in mille petali odorosi.



Mi ribellavo all’idea
che la rediviva conchiglia
non potesse custodire
tesori di fondali.


Ho inventato lucciole
di parole
da custodire sotto un cuscino
di solitudine:
lampade magiche
per sconfiggere le ombre della notte.



Ho spezzato le corde
alla tua voce.
Ma è quando sei afono
che gridi più forte
il tuo essere uomo.




La tua mano ladra
mi deruba nottetempo
grappoli di versi:
come bimbo affamato
te ne nutri.
E ancora, ancora, me ne chiedi.
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si è finita, ed è venuto un bel disegno di mare calmo..., di gabbiani, di stelle e cielo, e nuvole e sole, e alberi e... l'universo intero è stato catturato nella trama e l'ordìto di quella interminabile tela,

il 13/07/2007 alle 16:03

Bello rincarnarsi in Penelope
di un novello odisseo
tessendolo di bende–sudari
per le quotidiane delusioni
che devastavano i sogni.
Poesia da incorniciare!..Grazie.Dora

il 13/07/2007 alle 18:18

Dea ,distribuisci ancora i tuoi inebrianti e stupendi grappoli di versi che come il vino buono non ubriacano,bellissima,ciao

il 13/07/2007 alle 22:24

grazie Dory, mi hanno regalato in questi giorni una bella cornice con una preziosa telefonata...
la tua .
grazie. deamor

il 14/07/2007 alle 06:11

solo ai veri amici come te, ( veramente ho una discreta lista di preferiti, quelli che "rompono li lascio perdere) ciao e buon lavoro, oggi è sabato, si lavora di più, o no?

grazie di cuore. deamor

il 14/07/2007 alle 06:13