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Pubblicata il 28/06/2002
Lasciando le bianche righe parallele,
e gli assordanti rumori di grattacieli,
ho ammirato le candide distese
immature di dolore e vergini d’orme.

Assaporando il suo gelido gusto,
la soffice coltre,
ha imbiancato la mia anima,
trascurandola ai silenzi che nascono.

Centellinando i passaggi ed i passi,
mi sono immerso nei suoi arcani,
nelle sue notti,
nelle sue albe,
ed ho conosciuto la quiete.

E l’acre odore di baita
m’ha socchiuso gli occhi,
divenendo io stesso
cerbiatto dal cammino notturno.
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GAF

Bello inebriarsi nella quiete montana per noi gente di mare abituata alle spiagge rumorose è un vero paradiso.
Ciao cornetto(cerbiatto)
ahahahaha!!!!!!!
:-P
Betty

il 28/06/2002 alle 08:34

Bellissime immagini e sensazioni offre questa poesia, con il pregio di una eccellente scelta della parola nell'equilibrio armonico del brano.
Molto bravo M. Vai alla grande.
Max

il 28/06/2002 alle 10:16

E da buon "marinaro" non potevo che amare la montagna.
Ho quasi una sorta d'odio verso il mare...ahahhaha
E lo vedo d'estate, e lo vedo d'inverno, e lo vedo.....ufffffffffff....
La montagna invece.....ahhhhhhhhhhhh/sospiro/.

;-)
M'
cià

il 28/06/2002 alle 10:25

...e grazie Max...
Approfitto per rispondere al tuo messaggio nella tua "domenica delle palme". Sinceramente non ti prendevo in giro...credevo veramente che erano ricordi d'infanzia. E tutto me lo faceva credere...
credimi ;-)
M'

il 28/06/2002 alle 10:39

Ma pensi mi sia offeso? Ti ho risposto giocosamente e con simpatia che sono felice di apparire così...giovane!
Un caro saluto ancora.
Max

il 28/06/2002 alle 11:39

perchè non lo sei???
:-)))))

il 28/06/2002 alle 12:56