PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 08/07/2007


Una vecchia canzone quattro quarti remix.
mi frulla alle orecchie.
Mille decibel di una canzone estiva.
Infiniti ombrelloni posati
con cura quasi artistica
per l’effetto tutto spasso-mare e diletto.
Lunghi e stretti boulevard come red carpets
tra i lettini geometricamente posti
sull’infuocata sabbia fine
di questo torrido mezzogiorno balneare.
Ebbene io sono qui
con questa mia canzone e la tua visione.
Non posso negarlo alzo la testa
come altri d’altronde.
L’ipod picchia rotondo
diecimila minuti infiniti di musica scelta
tra gli anni struggenti della mia vita
ch’eppur essa passa al tempo.
Ma poteva capitarne una qualunque
nel momento in cui tu passavi
diretta alla battigia con i fianchi che da est a ovest
dondolavano i laccetti del costume.
E io lì a volare, come d’incanto lì a quelli appeso,
come su un’altalena di sensazioni
poco poetiche devo ammettere.
Lì con quella musica tutta boys and girls
che si confondono sguardi
che poi la sera finisce come la sera prima
perché nessuno s’alza mai a cominciare
in un arrovellarsi infinito
di rammarichi e piante rinunce.
E tu che cammini come una sirena
verso l’onde del mare che accarezzano la riva
piena di mamme che scherzano
con occhi aperti su bimbetti agitati
dall’eccitazione del gioco
mentre i padri, fanatici eterni guys,
si girano a guardarti passare.
Che sogno di musica mi avvolge
che già parla la tua lingua
anche se a volte riconosco
di non conoscerla veramente,
ma che comprendo gli infiniti miei sogni
e i limiti della mia realtà.
E resto lì con tutti quei boys
e il ritmico semplice di una batteria
due chitarre di un vecchio harry
e ancora straordinari istanti di spiagge affollate
di bimbi che corrono,
e di sabbia fino in fondo al costume
e tu… al ritmo di questa musica…
Io innamorato di te da sempre a seguirti con lo sguardo
ma che troppi ormai son gli occhi
che accarezzano indisponenti tanta sprecata grazia
per un dozzinale volgo.
Troppi per non essere già più cosa tra noi
in questo camminare sensuale.
Così chiudo gli occhi
inforco i miei stupidi occhiali da sole
da italiano in vacanza
e come una lucertola mi avvolga il sole.
Nuovamente il capo poso sul lettino estivo
e sorrido appena che nel mio familiare lessico
dico: grazie di essere passata ancora una volta
così bella tra noi… amore mio.




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