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Pubblicata il 08/07/2007
C’è una leggera canzone
che ondeggia con le sue note
davanti ai miei occhi stanchi.
Ha le forme d’un violoncello
dal seno e dai fianchi stretti
e nell’ombra della mia luce
canta irradiosa le sue corde.
E se potessi solo piangere
saprei d’ornare le sue movenze
d’un flauto dolce e commosso
tremante pe l’emozioni sottese.

Colgo ogni singola nota
assaporandone il sapore
in questa mia immaginazione
rinfrescando la mia pelle
dai pensieri più sordi
che s’annidano nel cuore
e si riflettono nei pori
rizzando ogni pelo
come fosse una scultura
dai lineamenti sensuali
e dalle fossette ai fianchi.

I miei sospiri lirici
s’incatenano alle mie palpebre
e tutto par essere acqua
senza onde nè opacità
che s’insidia invisibile
nell’aria che mi sovrasta
e nel buio del passato
godendo ogn’istante
quasi fosse una morte
arrivata annunciata,
ma dalla calda fragranza.
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Tra le note vibra la malinconia, si attacca liquida al cuore, sa di qualcosa che lentamente muore, eppure lascia un soffio di tepore.
Un saluto, mati.

il 08/07/2007 alle 23:26