PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/07/2007
E quando penso a una V
Come iniziale d’un nome divino
O semplice lettera d’alfabeto;
Come simbolo di villoso triangolo femmineo
Con vertice satanicamente invertito
Villoso e umido di piacere maschio
Quando mi rendo conto
Che non riesco più neanche a sognare,
A dormire;
Quando ho solo ricordi
Che scorrono
Inesorabili
O sublimi
Dinanzi ai miei occhi
Allora, proprio allora.
Cazzo (pardon!)
Nasce in me la strana voglia
Di desiderare di amare proprio come Venere!
Perdermi, così,
Nello spazio d’attimi intrisi d’eterno
Volando e navigando
Ad occhi semichiusi
Tra la terra e i confini dell’universo
Col corpo abbandonato nelle abili mani, labbra, lingua e quant’altro
Di chi mi ama
Perso in baci voluti da sempre
Per una ricercata e mai provata estasi
Incessante.
E mi lascio andare
Affidandomi a chi m’adora
Sapendo di potergli dare tutto
Anche da un’altra dimensione,
Mentre affannosamente ricerca
Di farmi coniugare il piacere con la astrazione di Dio.
E ci riesce
Perché lo voglio io.
Un esultare eccelso
Che all’unisono
Fa coincidere, in me, corpo, anima e Universo.
E poi destarmi
Anche rinnegandomi
Tra lacrime,
Ma sapendo d’avere dentro
La capacità d’eternarmi
Solo attraverso chi mi adora
Tra gli umani.
Perché sono stato ara
Di sacro rito venereo.
Mi porto
Dentro
La magia dell’amore.
Ma è impossibile amare come una donna
Che si sublima anche nel sacrificio
In antitesi apparente
Tra cuore e ragione.
Mi sento balbettante nota
In armonia diffusa
Di ricordi di danze arcane
E ritmi naturali
Con direttrice d’orchestra
Che mi bacchetta di andare al suo ritmo
Per farla
Ancora
Riempire di sacra voluttà diffusa.
“Obbedisco”!
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

pensavo non finisse mai ma e' bellissima bravo Prof
Obbedisci,ciao

il 07/07/2007 alle 22:27

Grazie, caro Andrea. Come vedi, l'idiota di turno si è divertito a dare un 1 senza darne la spiegazione: invidia? Tedio? O, forse, più semplicemente, disturbo mentale da chi ha l'idea di poter insegnare agli altri ma neanche la umile capacità di imparare dafli altri?
Da asilo (non quello politico!).
Grazie e una buona domenica,
Er

il 08/07/2007 alle 06:51

Cara T. il tuo comento è assolutamente disvelatore di un mio pensiero, di un momento.
Solo nell'ultima parte si discosta. Mentre "quel" tipo di risveglio è tipicamente femminile (il pentirsi e i sensi di colpa di un "dopo" che non ha senso, secndo me, proprio perchè si "è stati fuori del tempo e dello spazio"), il mio è costantemente maschile e sono costretto ad obbedire (alla Garibaldi, col quale ho solo in comune il giorno della nascita) al mio status e, quindi, non posso farci nulla. Non mi posso permettere soste mentali.
Un viaggio con la mia mente, nella mente femminile: un inerpicarsi su sentieri pericolosi, irti, scoscesi e tendenti sempre verso mete diverse ma tutte difficili e alte (da qui la eterna scontentezza femminile; il non sapersi accontentare del proprio status, il non accettarsi, il non accettare il tempo, le condizioni, i voleri di un altro, eccetera).
Un Everest in ogni cervello, e io non sono Messner!
Ma il "modus amandi" delle donne le libera, per diversi momenti e le pone in distacco fisico, metale, spaziale e temporale col mondo per qualche tempo. L'uomo, no; è sempre conscio di se stesso e non si sperde mai.
Ecco, perchè, una piacevole complementarietà renderebbe il viaggio della vita esntusiasmante e sempre nuovo. Ma alla donna piace mutare, scegliere, conformarsi al cangiamento del mare, della Luna (più per conformarsi a uno stereotipo del suo essere che per effettive sue esigenze di verità) e, allora, vuole cambiare i ruoli verso il suo uomo: essergli ora madre, ora figlia, ora amante, ora moglie.
E questo non va; disorienta chi deve ...portare avanti la barca della sua vita e remare.
Una ragione in più per appagarsi del proprio status e fantasticare sulla inversione dei ruoli solo da un punto di vista sessuale che è, in fondo, il modo primordiale, ma assoluto ed universale, con il quale si manifesta la vita e Dio.
Grazie. Buona giornata e un abbraccio.
Er

il 08/07/2007 alle 07:04

sono stato il primo a porre il problema dell'idiota dell'uno e ti giuro non reputandomi e Dio mi fulmini se non parlo con sincerita' un poeta,scrivo per diletto e perche' tranne una o due persone che mi si sono rese antipatiche apprezzo tantissimo le persone che scrivono su questo sito ed ho avuto tra l'altro la fortuna di conoscerne qualcuna, bene
ora vedere l'uno in una mia poesia e' fastidioso ma
puo' anche starci ma credimi in una delle tue e di tantissimi veri poeti e lo dico senza retorica non e' giusto a prescindere dal valore intrinseco del voto stesso. guarda secondo me il tizio piu' che un idiota
sara' sicuramente un frustrato della vita un poveraccio che non sapendo cosa fare oltre magari a masturbarsi si diverte cosi,buona domenica Prof.

il 08/07/2007 alle 09:08

Concordo.
Una buona domenica
Er

il 08/07/2007 alle 09:18

sei voluto entrare o provare ad entrare in un campo minato,universo parallelo ,ma er uno è guardare ,osservare valutare ,uno è essere dentro l'essere,distanti galassie ,posizioni ,stili, forse uguale percorso ,ma la bellezza sta nella diversità,io non mi immergo nel mondo d'adamo,guardo l'identità,e sono orgogliosa della nostra prismacità ciao ariele

il 08/07/2007 alle 19:31

Lo so.
Ma è stato un modo di esprimermi per omaggiare l'universo femminile.
Grazie.
Er

il 08/07/2007 alle 20:17

Ancora una volta cogli le diversità con l’uso della tua profonda riflessione, eppure la vibrazione del cuore e dei sensi anela ad un incontro che potrebbe farsi felice completezza, anche nel rispetto delle molteplici sfaccettature.
Un caro saluto, mati.

il 08/07/2007 alle 22:50

"Ma sapendo d’avere dentro
La capacità d’eternarmi
Solo attraverso chi mi adora"
bellissima mio caro...un abbraccione

il 09/07/2007 alle 10:02

Grazie per il commento, cara Mati, che mi partecipa come abbia colto l'essenza della lirica e la prospettiva.
Un caro abbraccio
Er

il 09/07/2007 alle 10:51

grazie!
un bacio

il 09/07/2007 alle 11:10