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Pubblicata il 05/07/2007
Sderenò radicar d’un vuoto in solitudine

Schiacciai misero me all’angolino del pianto

Da giardini preziosi di rose al sole lontano fui

Di cantina del mondo io finii perso e solitario

Bramai segreti a casse di polvere invecchiate

Pestai la vita al muro colpendola al torace

Di reagir mio chiuso sfondai porta e coraggio

Isola gabbiano sole mare vento

Infilai guanto a vita ma sempre sensibile fu

Difesa venne la mia pelle di leopardo

Davanti a occhi miei nessun tocchi il debole

Mastico sassi mi nutro d’emozioni



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ogni singolo verso è degno della nostra ammirazione, i due ultimi, concordo con Vincenzo, sono quelli che fanno più male, ti colpiscono come pugni allo stomaco, e al contempo brillano come schegge di diamanti che rifrangono il sole,

( e non parlo per pluralis maiestatis, per dirla con calogero, ma perchè mi sforzo sempre di raccogliere il pensiero di tutti.)


il 06/07/2007 alle 09:13

Grazie Discri sei sempre gentile....
andrea

il 06/07/2007 alle 09:52

Sono onorato dalle tue splendide parole.....

il 06/07/2007 alle 09:53

la tua è la solitudine di chi è diverso...diverso perchè Speciale!i tuoi magnifici versi parlano per te....nutri d'emozione chi ti legge...
un abbraccione,Chiara

il 06/07/2007 alle 16:43

e se becco lo stolto che ti abbassa la media.....grrrrr!

il 06/07/2007 alle 16:45

La chiusa è una vera chicca.
Poesia nella poesia.
Un saluto, mati.

il 06/07/2007 alle 22:43

Ciao Mati delle tue parole ne faccio tesoro!!!
un salutone
carlito

il 07/07/2007 alle 15:03