L’enorme impeto che svegliò un sorriso
dopo la pece che irruppe nel foglio…
e nera la mano brillava come avorio
non danzando le vesti del curato..

..senza senso…

si accende la luna
e il mare vede la prua di una barca
pescare al largo
tra le bestemmie dei pescatori
cantori divertiti di un vagare gelido come ombra
dove il sole non ha rifugio
se non nel volto di un bambino che fugge
si riaprono i vagoni
e il viaggio si fa torbido..

..e danzano le vesti
di chi un giorno mandò il mondo
a scavare nelle fosse il cibo delle alghe..

..continua il delirio..

di chi ha acceso nuovamente una candela
ma non dimentica i meandri di lussuria
..dai quali è fuggito..
mani di madre che grasse carezzano il petto..
in vagiti che ormai non esistono più..

..la danza sterile si fa spoglia
il curato riposa nel giardino dei saggi
non vede lode
ma tiene arroganza..

..sentimento avverso..

contro chi lo fece impazzire
e le mani tremare
nel mondo di nani
impegnati a misurare le orme dei giganti..
sempre fieri
impavidi
condottieri..
dalla luna nel pozzo..

..la danza sale come un vortice
il sonno profondo di chi ha vinto
ed ha visto il lieve danno..
fondersi in un lavacro di coscienza..

..la collera sale..

e la spirale non si quieta
ma violini barocchi suonano la sera
e i prati salutano il passaggio dei pettirossi
una cicogna viene soccorsa
..e l’apparenza splende sui dorsi del salvatore..
non dote ma arguzia..
e chi rinasce dalla pazzia non fugge
alla tremenda legge dell’agguato..
ma la sorte del marinaio è di guardare sempre avanti..


…nel ritorno si cela solo il ridicolo…

…nell’arresa solo il furore…

…il furore di chi non seppe amare se stesso!!!!!!!!!!!!!