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Utente eliminato
Pubblicata il 26/06/2002
Fra le frasche mosse dal vento
odo il tuo dolce lamento,
fanciulla dal cuor buio
e dallo spirito puro.
Ritraggo le penne nella penombra
che fa ombra alle tue stanche membra
finché non cala la notte di stelle
che spande lume di perla sulla tua pelle.
Allora do fiato al mio canto
che tu hai invocato tanto:
le ninfe m’ispirano l’ardore
che disfa l’edera col tuo timore.
Ti osservo malinconico cantando
e per la notte la mia voce spando;
non penso alle ombre, a volare lontano:
sulla tua spalla io ti sussurro pian piano,
Astra, fanciulla egra come un fiore stanco,
che nella tenebra sono al tuo fianco.
Troverai alla fine il ramingo Perseo
che cerca nel tuo amor il più bel trofeo.
Alle Dame dell’Ombra più non dar retta:
la notte in fretta declina lesta;
fugge dall’alba, e si ritira mesta.
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Sei usignolo non solo di nome dunque.
Il tuo canto è più dolce di ogni musica.
Grazie.

il 27/06/2002 alle 18:06

Ehm! Adesso non esageriamo... la mia era solo una metafora...

il 28/06/2002 alle 18:19

Accidenti! Che passione! Come può l'ottusità di chi ti sta di fronte fermare un così impetuoso fiume di energia?

il 29/06/2002 alle 12:06

Stai parlando per luoghi comuni?
Quella che chiami ottusità forse a volte è solo l'incomprensione che affligge gli esseri umani, destinati a parlare senza in verità dire nulla più che pure parole di nebbia.

il 30/06/2002 alle 23:41

Ognuno ha il proprio modo di comunicare, anche quando intende dire parole vere, per questo troppo spesso non ci si comprende?

il 01/07/2002 alle 00:04