Finché avrò sangue nelle vene
saprò d’esser vissuto almeno
per recidere queste umili parole
che ora trovo fatalmente impigliate
fra un singhiozzare a ritmo lieve
e la morte più totale:
la morte che c’illude
di vuotare tutte le coppe,
di redimere sgualdrine,
labbra e gemme di nessuno
che m’han fatto sua già fin troppe volte.