PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 24/06/2007
Ho ancora ben presente
il tempo che faceva allora
in quel novembre antico
spogli i monti senza neve
E ancora quel colore verde
che splendeva dietro ai vetri
e i cani che giocavano
fra i tavoli, liberi.

Ricordo il temporale
che si affacciava alle finestre chiuse,
libri sparsi per la stanza
e tanti altri nella mia testa
E ancora squilli inopportuni
che vibravano nell’aria
e i brividi di freddo
fra la fretta e l’imbarazzo.

Tutto è poi caduto in pezzi
In quel parcheggio alla stazione
le crepe ben visibili
hanno iniziato a buttar sangue
E ancora un’altra adolescenza
che svaniva di fronte al mondo
e baci dati con tristezza
fra quelle mura, secolari.

Venne poi la cattiveria,
l’euforia per i ménages complessi
l’insicurezza gonfiò il petto
in un teatro recitato male
E ancora ad ogni notte un sogno
che mi ricorda i miei errori
e non c’è più la bambina triste
fra le lenzuola, a respirarmi.

Ho riascoltato e masticato canzoni
che mi mozzavano il respiro
nella speranza che le lacrime
avessero un potere che non hanno
E ancora conto i giorni e i mesi
che stan fra me e quell’autunno
e come in un gioco di specchi
fra noi un abisso, ripetuto.

E ancora ad ogni notte un sogno
che mi ricorda i miei errori
e non è più la bambina triste
fra le lenzuola, a respirarmi.
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Bella fratello. Comunque sì, questa è potente.

il 25/06/2007 alle 11:45