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Utente eliminato
Pubblicata il 22/06/2007
Co Marco c'ero amico de scola.
Un giorno serio invece de cazzeggià
disse de volè sarvà moralità
e onore a l'Itaja, dall'Arppi a''a sòla.

C''a fede frescona d''i diciott'anni
mise a firma. D''a patria adorata
annò a parà na partita avariata
de uranio sui Barccani. Dio te danni,

Patria troja, assassina e sputtanata:
du' mesi Marco a 'mputridì de cancro,
e te: “Il carico era merce sprezzata...”

E mo', su''a tomba de Marco Sellari,
piangono Giuda in cravatta o divisa,
de l'italico scrofaio i porcari?
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SONO SENZA PAROLE..
bellissima non solo per il tema di cui parli, ma anche per averla scritta in dialetto..gli dà un tono talmente quotidiano che la rende ancora più straziante..quasi come il lamento straziato di un amico..o di una madre..
compllimentissimi..davvero
Ciao Uagliò..
Antò

il 23/06/2007 alle 02:39

Concordo pienamente con thief, la tua poesia è bellissima per tono, argomento, stile e dialetto.
Grazie per avermi regalato un momento di riflessione senza pietismi.

il 23/06/2007 alle 08:24