PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/06/2007
La pioggia
dell’incomprensione
mi bagna dentro
(fuori è asciutto)…
è un ritmo
ripetitivo e straziante.
Le campane di un funerale…
non il mio… non il mio.
Icaro cammina
le mani, intorpidite
dal vento di delusione,
lungo le pareti
della sua prigione.
Gli occhi corrono
per le grigie mura
cercando un alito di vita
che doni loro
una briciola di luce.
Grattano frenetiche,
le giovani dita,
cercando di tuffarsi
negli sprazzi intermittenti
delle curve del crudele
intestino, pietroso d’agonie.
Lo trattengono con forza
le parole di Dedalo, sottraendo
gli occhi rossi al tramonto.
Tesse allora, Icaro, ogni piuma
delle sue ali, sognando
l’avvento improvviso
di un’insensata meteora
che abbatta quei mattoni,
impregnati di lacrime segrete;
poi si piega su se stesso,
mani e sguardo a terra,
ma, percosso, ancora spera

nella notte una candela.
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