PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/06/2007
Hoh! povera lastra d'argento
che triste destino subisci
ogni sera, l'amaro tormento
ogni sera, ferito, arrossisci

Quante parole insensate
e domande senza risposta
frasi, freddamente specchiate
riflessa, la solita lista

Chi mai può contraddire
il puntuale aguzzino?
che al tramonto Ti viene a trovare
per recitare il solito temino?

Perchè, Ti tortura impietoso
col monologo fine a se stesso
lo so, ma a dirlo non oso
non concepisce pensiero diverso

Perciò in Te si confida
giacchè mai Lo deludi
parla, si agita e grida
e Tu, freddo, non sudi

Hah, che fortuna, non avere parola
nè braccia, piedi e mani
non poter dare, una, una risposta sola
e giocarsi per sempre il domani!

Non meriti un'anima anche Tu?
crocefisso al muretto
vederlo ov'Esso fa schifo di più
mentre è al gabinetto?

Noi invece, poveri mortali
ce lo troviamo impettito in platea
trattati da veri animali
ascoltando, la PANACEA

Quattro valori e passioni
e un dibattito senza risposte
musica POP per veri leoni
e tante nuove proposte

La più coerente mi è parsa
quella del collega sdraiato
era sangue vero e non salsa
che il poveretto aveva donato

Rammentate, la ripresa in primo piano
del tubicino rosso di sangue?
il collega robusto e sano
per il quale il mio cuore langue

Sappiate che quel tubicino
con l'ingresso di vodafone
se prima era fino fino
domani diventerà un sifone

E di qua a qualche anno
con l'aumento della pressione
tutto il sangue ci tireranno
viva! viva! vodafone!!

Hoh! specchio, come mi dispiace!
Ti recito solo un motto
"troverai la Tua pace
quando alla fine, sarai ROTTO!"

2001

Luciano Torrisi
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