faceva maledettamente caldo quella mattina
era il tre di luglio del millenovecentoottantatre
o forse ero io che sentivo caldo
preso com’ero dall’emozione
avevo passato una notte insonne
e gia’ al mattino alle sette avevo fatto tre docce
due di sudore
alle otto ero gia ‘ vestito
vestito grigio nero con panciotto
camicia bianca con papillon
calzini neri ,scarpe nere
dopo qualche minuto di nuovo
spogliato per una nuova doccia
non ricordo quanti chili di deodorante
consumai
verso le dieci partimmo con tutti i parenti
e arrivammo in chiesa
addobbata con fiori stupendi e gia’ satura
di gente
mi diedero un mazzolino di fiori di campo
e mi fecero accomodare vicino all’altare
nessuna emozione assolutamente
solo le mani tremavano cosi’ violentemente
che il mazzolino s’era trasformato in un ventaglio
finalmente arrivo’ una peugeot 505 grigio metallizzato
non ridete all’epoca era una bella macchina
e lei scese
accompagnata da un ancella che le reggeva il velo
e sottobraccio al papa’
l’organo sparse la marcia nuziale che rimbalzando
tra le mura mi si spiaccicava addosso
penetrandomi di brividi le carni
e facendo arrivare a 700/800 battiti le pulsazioni del cuore
si avvicino ‘ era stupenda la guardai come impietrito
poi le alzai il velo e non fu cosa facile
perche’ la mano sembrava avesse vita propria
e le diedi un bacio sulla fronte
salutai mio suocero e incomincio’ il rito nuziale
riusci’ piu’ o meno balbettando a pronunciare
le frasi di circostanza ed ebbi un po’ piu ‘ difficolta’
ad infilarle l’anello , (l’anello )le mano tremante sbaglio’
per un paio di volte le dita e poi
finalmente sposi
uscimmo dalla chiesa
sottoposti al solito tiro a bersaglio
ed io che all’epoca ancora non ero calvo
o quasi come ora mi ritrovai con qualche etto di riso
tra i folti capelli ricci
ne e’ passato di tempo ed oggi e’ ancora come allora
un matrimonio felice
due splendide figlie
un piccolo segreto : l’amore.