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Pubblicata il 01/06/2007
Alziamoci dove non c'è terra
Dove la guerra è solo la vivida illusione
Di trovarsi dentro la manifestazione
E gridare una propria idea d'azione
È la routine che muove l'ingranaggio
È la rivolta che paralizza il sistema.
E io l'ho capito dall'amore platonico
Che nuda mi davi tu
Sospinta da giochi nuovi e impuri
Passione per l'inedia dell'inedito.
La mia, amore, non è impazienza!
Ora credo nella mia staticità
Perché un ingranaggio ben oliato
È un movimento unico che dà felicità.
Ora le mani non si incontrano più
Scusa se sono amante di me stesso
Se sono ossessionato dal facile sesso
Contaminato da una nobile dottrina
Desiderare l'affetto di una donna
Non con un altro uomo e una bambina
Che un giorno scoprirà il suo corpo
E sarà soggiogata da mille domande
Tra dolore, peccato e l'adolescenza
Per il sangue tra le dita e le mutande
E guarderà me con il fitto sospetto
Che in quanto ormai donna
Suo padre non meriti il rispetto.
Io amo per far nascere amore
Procreare sotto l'effigie di una fede
La sete che uccide quell'ignobile dolore
Del vizio battezzato dallo stesso sesso
Che pretende legge per una natura astratta
Come un prete dischiude una preghiera adesso
Per una famiglia tradizionale l'adrenalina
Di condividere una gioia troppe perspicace
Per questa modernità priva di disciplina.
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