Digito inconsciamente sotto una luna torbida, l'alcool mi scivola nelle vene alimentando fantasie di velluto; nelle mie narici le tracce di soavi profumi che ho respirato nell'aria afosa dell'estate che si accende di malinconia: penso ,ripenso, navigo senza meta fra i sogni gualciti della notte appiccicosa. Il sudore che mi imperla la fronte è come rugiada su di una burbera foglia, Le stelle mi piovono nel cuore per guardarci dentro e tornare lassù più sorridenti; Davanti allo schermo vedo nascere le righe lettera dopo lettera come per incantesimo: digitando le passioni si compongono opinioni di sé, degli altri, dell'arte e delle cose che appesantiscono questo mondo impedendogli di volare. Cerco sguardi telematici per lo schermo fluorescente, immagino sensazioni che corrono lungo la Rete dividendosi in mille rivoli per le disgiunzioni contorte dei fasci di fibre ottiche per poi ricomporsi, tornare insieme in un pensiero compiuto pronto ad esprimere amore, odio struggimento. Morfeo, mi blandisce, il sonno mi prende le membra: lo sfogo telematico muore in questo spazio virtuale dove tutto è finto, anche la fine. Explicit cantus