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Pubblicata il 20/05/2007
Vivo nel ricordo dei giorni
dal sapore di pane e acqua-sale
di uve dolci, rosse come rubini
che adornano fanciulle saracene.

Mio padre aveva una vigna
–dal nome buffo,
che strappava sorrisi –
poco più grande di un lenzuolo
di lino,
e ne faceva un vino ambìto dagli dei
e dagli artieri
che stavano in città.

Era un sovrano, mio padre,
nel suo podere,
con solo sette filari di primitivo,
e a guardia del suo piccolo tesoro
aveva posto,
per sentinella,
un ulivo.

Mia madre si attardava
a raccogliere acini appassiti
che l’indomani
avrebbe imprigionato
in una pagnotta fragrante
dal vago sapore della felicità.

Mi rivedo avanzare, nel sogno ricorrente,
tra i filari roridi di brina,
tra i tràini ed i tini di uve traboccanti,
e voci di donne tra risate e canti.

Ora che il tempo stratifica memorie,
come cortecce che denunciano anni,
ripenso spesso a quel dito di vino
che riscaldava il cuore
e appannava il bicchiere,

come se fossi ancora piccolina
con i miei cari,
intorno ad un braciere.
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i ricordi Dea,potremmo vivere senza,molto bella ,bravissima

il 20/05/2007 alle 19:05

fanno parte dei "migliori anni della nostra vita" come direbbe LUI. ciao e sempre riconoscente per i tuoi puntuali commenti. deamor

il 20/05/2007 alle 20:56

passato/presente....ho giusto una poesia che si intitola così. bravo Calogero, sei un mago.

ciao, sono in vena di scherzare perchè ho cominciato bene la giornata.
deamor

il 21/05/2007 alle 08:20

leggi commento Passato/Presente. stop
deamor

il 21/05/2007 alle 16:55

Certi ricordi non perdono la loro consistenza, restano chiusi nel loro splendore, pronti a riapparire al sussulto del cuore.
Con stima, mati.

il 21/05/2007 alle 22:45

i ricordi sono la nostra stessa storia, grazie cara mati. buona giornata. deamor

il 22/05/2007 alle 07:18

Ah! il vino, questo nettare degli Dei !

N.B

berne con moderazione.
potrebbe dare euforia

il 25/05/2007 alle 06:14