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Pubblicata il 14/05/2007
E credo ancora nella tua immagine
mentre metri sotto i miei piedi
scorrono come i litri di caffè
nelle mie poche poche vene.
Assorbo ormai gli ultimi ricordi
per l'autoconvinzione finale.
Mi nutro di attimi di passione.
Di me, null'altro che il dolore
confuso con l'apatie e l'odio
del quotidiano fascino dell'idiota.
Io come una figura stereotipa
dell'amante amato.
Fumo sigarette su panchine
dove tu eri, per afferrare
l'ultima molecola del tuo odore.
Io come una goccia nel mare
Io come il pianto prima di dormire
Io come la malattia prima di morire.
Atterro con la fantasia,
con la produzione di un'altra te,
fabbricata di materia, lacrime ed illusioni
che condivida con me
quest'ormai istinto
che è solo l'amore.
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complimenti per l'analisi del testo:
sei figlia del De Sanctis?O del Pampaloni?

il 17/05/2007 alle 22:36