Cavaliere tormentato,
non rimproverare te stesso,
poiché sei caduto
in una rete dove molti
hanno perduto la ragione.
E tu invece hai reagito,
dopo lunga insistenza
hai vinto la voce
che ti sussurrava nella mente,
grazie anche al fedele Giglio.
Prosegui veloce
il tuo cammino,
lungo la strada rievocherai
ciò che a fuoco
era impresso nella tua mente,
che é troppo sconvolta ora
per ricordare desideri perduti.
Il mio cammino
deve proseguire,
ora so che tu sei
il cavaliere del mondo reale
di luce iridescente.
Prendi ciò che ti servirà
del mio cuore,
prendi ciò che ti servirà
per il cammino,
se solo tu sapessi
indicarmi la via
che conduce ai miei ricordi
ma vedo che hai perduto i tuoi
e non intendo tormentarti oltre.
Proseguiamo nel silenzio,
solo esso condurrà
con se i nostri segreti,
quelli che tu più non rimembri
e quelli che in brani
giungono alla mia mente.
Sogna, viaggiatore,
poiché sulle ali di un corvo nero,
che nasce oggi a nuova vita
i tuoi pensieri voleranno,
lievi e celeri
su nubi cineree
foriere di pioggia.
E Piove ora,
piove sugli alberi,
piove, poiché questo cielo nero
sfoga su di noi
le sue più nere sensazioni.
Eppure non vedo sole
dietro queste nubi,
vi é solo un eterno crepuscolo,
vi é solo tristezza e malinconia,
per un giorno
che non é mai giunto,
per un giorno che mai giungerà.
Bevi, cavaliere,
alla fonte della gioia,
socchiudi i tuoi occhi
in faccia ad un sole sfacciato,
sorridi a chi sorride a te
e mostrami ora il tuo viso.
Conosciuti ai miei
sono i tuoi occhi,
già ho udito la tua voce,
in un tempo lontano.
Ridi, perché non credi
alle mie parole,
ridi, perché hai perduto,
perché le ombre ti abbandonano.
O forse solo sorridi
perché alla fine
di questo sentiero,
alla fine della vita,
c’é solo questo.
Sorridi perché
là oltre quella collina,
oltre il dolore,
vi é una casa
ed é la casa dei ciliegi.
Là attendono, in un cofanetto,
le risposte che cerchi,
là attendono, prigionieri,
i tuoi sogni.
Il nostro viaggio,
forse solo il tuo,
é giunto al termine,
attenderemo qui il tuo ritorno.
Solo un consiglio,
mai alzare lo sguardo,
mai incontrare gli occhi
della giovane tessitrice cieca.
Poiché lei vede
ciò che tu non puoi
neppure sognare,
poiché un suo solo sguardo
cancellerebbe il tuo cuore.
La sua malia
non vincerà forse
il tuo debole volere?
Ma ora vai
ed ascolta la mia voce,
tu sai che nulla più fermerà
il tuo anelito di sogno.
Eppure prima di lasciarti entrare
per quella porta
dalla quale credo
più non tornerai,
ti dono per ricordo
un mio ricordo,
bisbigliato sottovoce
in un brivido di vento.
Io ricordo
un fuoco nel camino,
enormi falene danzanti
intorno alle candele.
Ancora vedo
folletti scarlatti
piroettare lenti
sui muri di una casa.
Essi volteggiano
al ritmo di musica antica,
musica nata dalla cetra
di una piccola fata,
partorita dal fuoco.
Sono immagini della fantasia,
dimentica all’istante
le parole di una mente folle
ed oltrepassa quella soglia,
hai poco tempo.