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fax
Pubblicata il 06/05/2007
Capita, a volte,
di nascondersi in una notte senza luna,
dove l’amore è una stanca abitudine
e sognare, un oneroso dovere...
Capita, che un serrato respiro di belva braccata
diventi l’unico compagno di strada
di questo naturale dissolvimento...
E se queste mani ricolme di nera sabbia
non raccogliessero più lacrime amiche,
se queste righe gelassero
nella funerea compostezza di un foglio bianco,
se tu, piccola mia, non accendessi una luce per me
al termine dell’oscuro viaggio,
io... io sarei già morto dietro una maschera…
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Quel "piccola mia" mi devia un po' tanto da mettermi il dubbio che tu stia parlando ad una figlia piuttosto che ad una donna. Comunque sia, la poesia è bella e profonda seppur velata di tristezza, ma anche la tristezza ha il suo posto in poesia e spesso mi ci immergo pure io.
Un caro saluto
Cesare

il 06/05/2007 alle 18:20
fax

Quel "piccola mia" si riferisce a mia moglie, che tante volte deve subire i miei egoismi, le mie malinconie da strapazzo e la mia inveterata asocialità. Lei è sempre lì ad aspettarmi, meravigliosamente dolce ed umana, pronta a raccogliermi ed a rimettermi in piedi, aiutandomi a capire che la vita reale ha tanti lati belli che spesso ci lasciamo sfuggire...
Ma come dici tu, non è un male lasciarsi prendere dalla tristezza ogni tanto, l'importante è non smettere mai di interrogarsi e di raccontare.
Un caro saluto anche a te.

Fabrizio

il 06/05/2007 alle 18:32

..bellissima....questa è ancora più intensa delle altre....

il 25/02/2008 alle 00:07