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Pubblicata il 04/05/2007
Libero

Allor che calvo all’aria
fresco soffiar mi colse
libero come l’acqua in saia
ogni riserva sciolse

E il precipitoso flusso
ingrossa a valle il rio
pesando come masso
lo stretto invaso mio

Limpido tintinnar dell’acque
su di la pietra nuda
al piacer l’animo tacque
l’eco al pudor s’ammuta

Or più, tal venticello
investe le membra mia
or più, libro è l’uccello
che segue la sua scia

Quando il migrar comanda
di volar su terre e mari
o il pesce schiavo all’onda
dappresso a li suoi pari.
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