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Pubblicata il 30/04/2007
Rabbia
sfida
immolazione
quella luce soffocata da un grigiore
mortale che da sempre impregna
uomini, piante, animali e pietre.
Tu Marghera
che di salmastre barene eri cinta,
segreta figlia della Serenissima
e lì dov'erano silenzi d'aironi
e avocette, di sciabordii
del salto della laguna ora ci sono
soltanto corrosi segni di acidi
che lasciano ferite come alla
flagellazione.
Fuochi perenni che dissolvono
voli di bombi e farfalle.
Spazi dove il vento impotente
s'attorciglia a sfidare ciminiere,
fumi d'Apocalisse che si spargono
a consumare Vite, speranze, corpi.
Ti rivedo padre
remo da galera nel reparto "S" della Sava,
le vesti grondanti di bauxite, le ferite
incise da schizzi di soda caustica,
la sfida corporale dei guardiani
che come kapò frugavano anche l'anima,
quei libri grondanti utopie e false dottrine
col marchio di comunista cucito addosso
come stella gialla.
Senza più memoria sono coloro che passarono
martirizzati dal CVM, amianto e cianuri,
gli azionisti hanno eretto le loro cattedrali
col vostro sangue infetto.
Anche quest'anno il salice piangente della
Rana è nuovamente fiorito.
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