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Pubblicata il 26/04/2007

Mio aedo, dimmi,
quale nome smuove
le bianche vele del sogno
represso in stive
di ordinaria follia?

Ha forse un nome il vento
che mi percorre le vene
aduste di primavere
e di mandorli
ingemmati a neve?

- E’ maestrale il vento
che a sera incarna e infrange
il mito dell'amore,
ed è forse poesia
la CITTÀ' del SOGNO
che solo al delirio
della notte si concede
in alibi di un viaggio
senza fine -

-Ecco, le stagioni
volgono alle gemme,
ma il mio roseto
ha brividi d'inverno.-

Reincarnata Penelope
attenderò
il fiorire di un'altra primavera
coi suoi interrogativi
di rondini sui fili
per tornare a scrivere
-su binari di carta-
la trama di una storia senza fine.
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Stile aulico molto leggibile.Merita il massimo.Ciao

il 26/04/2007 alle 07:38

un trittico molto bello...sentimenti che sono espressi
in uno stile d'alta poesia...

il 26/04/2007 alle 09:49

dolce sentire, che nuova primavera fiorisce, e il tuo vagare in questa realtà di sogno è il viaggio che il cuore si propone quando ha gia donato e desidera tutto ancora,un caro saluto ariele

il 26/04/2007 alle 20:23

sei generosa e gentile, grazie per "il Massimo"

deamor

il 27/04/2007 alle 18:20

Caro Gianni, sei molto prezioso nei tuoi giudizi, mi allietano l'anima.
deamor

il 27/04/2007 alle 18:22

grazie per il tuo commento, e per aver capito che la città del sogno è la ricerca instancabile della felicità.
deamor

il 27/04/2007 alle 18:24

Belle le tue puntate poetiche, segnano le emozioni di un lungo viaggio onirico.
Un saluto, mati.

il 28/04/2007 alle 15:59

Grazie, scrivo anche per chi non sa sognare. Ma tu sogni quanto me! cara Mati
deamor

il 28/04/2007 alle 18:56