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Pubblicata il 19/04/2007
Continuavo a saltare nel vuoto
sperando che DIO mi insegnasse a volare,
ma come il sole a mezzanotte sei comparsa tu,
illuminando di luce innaturale l’oscuro tedio
che perennemente rabbuiava i miei pensieri,
facendomi così cavalcare
le sinuose ali di un amore mai sperato
ma disperatamente agognato
da un cuore piangente lacrime di un indesiderata solitudine
che da sempre tenendomi per mano mi portava
con sé in infernali feritoie esistenziali.
Camminando incrociai il tuo sguardo,
e nulla più è stato paragonabile a quegli occhi
che senza volerlo
mi infondevano sublimi note
di una melodia che incomprensibilmente illuminava il mio spirito
e che mai riuscirò più a riascoltare se non salendo
sull’ultimo treno di un paradiso di sensazioni ormai perdute
ritrovandole solo annegando i miei sensi
nella delicata composizione di un incontro
di labbra innocenti che sfiorandosi
profumano l’aria di fragranze d’angeli in amore.
Mi hai sorriso e tutto il mio essere fù pervaso
da quel dolce sapore di un nettare melanconico
che rende struggente ogni attimo di una vita
dedicata ormai al solo ricercare nei deliziosi giardini della fantasia
qualcosa che possa darmi una sola flebile illusione
di poter nuotare di nuovo
in quel meraviglioso mare pregno di eteree ebbrezze
che la tua anima generosamente offre di goderne.
Vorrei gettar nell’oblio il tuo ricordo ma
conservarlo eternamente in tutto me stesso,
poiché riattaccando i cocci di questa mia vita
fatta a pezzi da tanta ipocrita armatura,
nulla è più soave di un abbandonarsi
in quella fonte di inebriante vino
dall’impalpabile sapore di ingenue emozioni
che continuamente sgorga dall’innocenza del tuo amare
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Un nome che ti porta a rievocare momenti di grande serenità, un nome che suona nel tuo cuore come corda dolce di violino.
Un saluto, mati.

il 19/04/2007 alle 16:22

Vorrei gettar nell’oblio il tuo ricordo ma
conservarlo eternamente in tutto me stesso,
poiché riattaccando i cocci di questa mia vita
fatta a pezzi da tanta ipocrita armatura,
nulla è più soave di un abbandonarsi
in quella fonte di inebriante vino
dall’impalpabile sapore di ingenue emozioni
che continuamente sgorga dall’innocenza del tuo amare

I ricordi, caro julian, non si possono cancellare, si sporcano, si bagnano, si offuscano,, ma non si cancellano, sono sempre il nostro cuore, e, a volte, sono in balia di implacabili moti che noi vorremmo fermare ma che incessantemente proseguono il loro corso...
un bacio
Nicla

il 12/05/2007 alle 11:25