Ogni notte una fuga
sui cavalli bianchi dei sogni
per amare Muse
di cui non conosco il volto.
La notte è luce
e i desideri fragili realtà
nelle quali m’insinuo
riversandomi
come pioggia su piante.
Mi chiamano quelle sirene
(anche nel giorno)
scomparendo poi
come castelli di sabbia
abbattuti dall’onda crudele
del mattino.
Cerco inutilmente
di tornare su miei passi
ormai rintanati
nel sottobosco di lenzuola.