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Pubblicata il 18/04/2007
mi accelera
questo lungo colare
capelli sulla schiena
e sulla terra, una pozzanghera
nera di crome nere
dove l'arcangelo si srotola
e rotola, anguilla morente, io
ti spezzo la vena del re
io ti tolgo quel ghigno
dai tasti cariati
il vivace

è uno sgabello girevole
dove perdi la testa
le suggestion diabolìque
le cavallette sottopelle
diserbano l'avorio
trascinando le dita
lanciata cadenza, sono io
radice innervata
in trachee oleose
io
sono
il finale
delle tue corde
distrutte
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a dire il vero, è più facile suonarla che scriverla.

ogni tanto sì, mi maledico. ma non sempre.

il 19/04/2007 alle 10:14

ermetica, non di facile lettura(forse perchè troppo personale?) a tratti splendore di metafore ma si spezzano nel ritmo

certo buon lessico
a rileggerti

il 19/04/2007 alle 17:59