PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/04/2007
Nere stelle cadenti
fendono il cielo
e cadono spaccando il suolo.
Escono dalle mie mani:
sciabole affilate a lungo
che feriscono la delusione,
corvi liberati al volo
che oscurano il cielo.
Trasformo questa pedana
in piedistallo
per spogliarmi in guerriero
d’indelebile marmo
e gridare al vento
quanto assedia l’io nero
mentre geyser di fuoco
polverizzano le piume
che piovono
dondolanti nell’aria,
percossa come il cuore.
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"Dondolanti nell'aria
percossa come il cuore"

Splendida questa chiusa!!
Bravo Marco
Bacio
Melly

il 15/04/2007 alle 14:47

Grazie!!! avrei dovuto rendere più chiara la poesia nel complesso perchè mi rendo conto che è difficile capirla. Tu, ricordando cosa ti ho detto nell'ultima conversazione, potresti comunque capire da che situazione è nata.

;-)
Bacio
Marko

il 15/04/2007 alle 17:12

Bella, immagini molto dure( o forse volutamente troppo dure?) ma efficaci ed originali
Ciao,Antonio

il 15/04/2007 alle 19:00

...e poi siamo conterranei....
Ciao

il 15/04/2007 alle 19:00

Eh eh. Non metto niente a caso, ogni parola ha il suo ruolo ed è indispensabile per la completa espressione di quello che ho dentro, un po' come una formazione di calcio....

Grazie mille conterraneo

Ciao

il 15/04/2007 alle 20:52

Pare che ci sia la sofferenza dell'individuo di fronte al dolore dell'umanità, ma forse non ho centrato bene il tuo pensiero.
Un saluto, mati.

il 15/04/2007 alle 23:38

Hai avuto qualche difficoltà in questo caso, eh?
;-)
Sai spesso il mio dolore è bastardo, in tutti i sensi. Però capita che quando passa io riesca a capirne la provenienza.
E' un dolore sia personale che per l'umanità in questo caso quindi ci hai azzeccato, anche se in parte.
Sempre perspicace!!!

Grazie
Ciao

il 16/04/2007 alle 13:52