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Pubblicata il 14/04/2007
Di tante parole che nel tempo mio ho asperse
mi rimangon vestigia, sbrecciate e sommerse.
Parole cercate, scavate,di pudore ammantate,
sentinelle e latrici delle mie istanze accorate.
Una musica muta per il mio pubblico sordo,
eppur di rara purezza in ogni vano mio accordo.
E in un sarcofago di silenzio inumerò il verbo mio incompreso,
metafora eloquente per dir delle mie mani che ho vanamente teso.
E il lenzuolo del mio tempo mi coprirà d'oblio
sui roseti ove speravo di poter sbocciare anch'io.
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comunicare emozioni incomprese...

il 14/04/2007 alle 15:25

comunicare emozioni incomprese...

il 14/04/2007 alle 15:25

Una musica muta per il mio pubblico sordo, un passaggio significativo che manifesta quel sentimento di incomprensione che allontana gli animi, invece di avvicinarli.
Molto triste la chiusa.
Un saluto, mati.

il 14/04/2007 alle 18:54