Ora che catturi con le tue mani
ancora di bimba i capelli scarmigliati
d'una Vita così difficile da comprendere,
che ti ha mostrato troppo presto la sua gota
così ruvida e fredda,
che ti ha rubato il tesoro più grande
che viene ancora prima del vero AMORE,
ora guardo i tuoi occhi che a volte
sono così lontani, così persi, seri,
avvolti in un volo di rondini che vanno
al di là del mare per ritrovare l'antico nido
e dentro cerco di rubarti qualche raggio,
qualche sprazzo della sua luce,
cerco ancora d'ascoltare il suono della sua voce...
Piccola mia
cosa può donarti questo povero poeta,
qualche moneta ruggine di felicità,
qualche verso scipito,
dai lasciami venire con te,
parlami ancora dei tuoi sogni,
della primavera che viene,
raccontami del colore dei suoi occhi,
delle tue prime pene d'Amore,
regalami un sogno anche se è ormai
consunto e da buttare via, me ne resterò
in un angolino senza disturbarti a spiare
delicatamente il tuo domani, a raccogliere
qualche briciola di abandono,
qualche ubriacatura di gioventù,
stacca pure petali di margherita per chiedere
il responso, nascondi ali di farfalle, boccioli
secchi di rose dentro al tuo diario,
al tuo vocabolario alla parola Amore,
prepara un tappeto di tuberose per quando
il vero sentimento arriverà a buttare tutto sottosopra come uragano che nulla può fermare
e la gota della Vita diventerà finalmente liscia
e calda come coccola di mamma,
sarai vestita con l'abito da fiaba di Cenerentola
ed il tuo principe azzurro non avrà occhi
che per te, non ci sarà nessun rintocco
di mezzanotte, nulla ti fermerà,
nello scrigno di pietre preziose tufferai le tue mani,
prenderai quello che ti spetta,
avrai il tuo spicchio di cielo
e la tua bellezza la spanderai sul mondo
e sul mio stanco cuore...