M’inginocchio quasi per caso....Pino
ti chiamo poichè io ti ho svezzato
Da Natale ad adesso l’inverno
è passato fra i nostri capelli
Ma i miei son bianchi i tuoi son verdi
Anche allora ti accarezzavo
come adesso con sospiri dolci
e sbuffavo con chi ti paludava
di strane bolle che non volavano
Che palle quei regali forzati
che non servono a niente tranne che
a ricoprir di cenere la neve
Oggi mancano tre giorni a Pasqua
e tu me li ricordi nel silenzio
di questa terra in cui t’ho piantato
La festa mi fai pensare non serve
per spendere i soldi e mangiare
ma deve essere bella come te:
un albero senza fiori nè gemme
che si commuove se un bimbo piange.....