PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 10/06/2002
Sapevo che sarebbe finita
lo diceva la tua mano nervosa.
Erano incontri fissi
come appuntamenti distratti
momenti di rabbia e silenzio,
soli la nostra sera, e un tavolo,
e poi condividere sudore e fatica.
Quel tuo uomo banale in testa
a cui non potevi dire no
e la noia, ma mi toccavi piano,
mi stringevi e dimenticavi,
ripetendo gesti sopiti.
E quella mattina, lo specchio
e la ruga in piu'
un dente in meno
e troppa poca gioia.
Mi hai odiato,
avrei dovuto capire
che le catene si spezzano
in ogni modo.
E nel freddo mattino
con le forbici in mano ti ho vista
pronta a tagliarmi, a spegnermi,
con una fine negli occhi
Ho urlato dentro no,
non farlo, aspetta.
Nell'inevitabile silenzio,
un lampo e sei la'
i tuoi piedi come aironi
liberi dalla terra, dondolano,
e le tue lacrime coriandoli.
Dormi bene mia signora,
addio,
mi faro' una ragione di essere oramai un
inservibile ferro da stiro

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