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fax
Pubblicata il 02/04/2007
Un giorno saprai, figlio mio,
dei miei viaggi solitari
sui fianchi ubertosi di notti materne...
E ti racconterò
delle mie tasche piene di teneri chicchi di luna,
succosi di caldo inchiostro
da spargere copioso
sui contorni di questa bianca odissea...
Non dovrai stupirti
di come imparai a raccogliere parole
da campi bagnati di lacrime,
nei silenzi impregnati di vita,
nell'ombra che mi celava...
Non cercare un senso a tutti i costi, piccolo mio,
perchè non ti renderà libero,
fidati del tuo gusto
e della bussola rotta
di questo strano viaggiatore...
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si dice che i migliori viaggi si fanno quando ci si perde...per imparare a dipingere le sfumature, e a vedere colori che altri ignorano.

il 02/04/2007 alle 12:20
fax

Hai prorio ragione, pensa a come sarebbe triste se tutti seguissimo la stessa strada, la stessa sequela di emozioni preconfezionate...
Anche perdersi ci aiuta ad essere unici ed irripetibili.
Ciao
FABRIZIO

il 02/04/2007 alle 13:17

Davvero una scoperta.... bella poesia chi rivela una grande padronanza nel comporre i versi...
Ciao, spero di leggerti ancora

il 02/04/2007 alle 20:11
fax

Grazie del tuo apprezzamento, sei troppo gentile.
Questa poesia è nata dal pensiero di cosa racconterò di me, un giorno, a mio figlio che ora ha solo 3 mesi. Una piccola poesia forse può dire più di mille discorsi confusi, può rendere l'inesprimibile, può darci la libertà di essere noi stessi..
ciao e grazie
FABRIZIO

il 03/04/2007 alle 00:15