Ieri ho lasciato il gatto,fuori, al gelo
aveva rotto il puff del salotto
a forza di limare i curvi uncini.
Ogni tanto lascia le sue unghie
su quella stoffa rosa-blu ciniglia
e il pelo che rimane mi fa schifo
Più volte egli affonda le sue zanne
nella dolce carne di mia figlia
e miagola in difesa della razza
Dietro la porta, dopo la batosta
magari sente freddo e non ricorda
perché le aveva prese e già protesta
E s’avvicina cucciolo di casa
per le carezze aduse che riceve
sul pelo grigio a chiazze bianconere
Le orecchie a punta e gli occhi
a taglio stretto, verde d’opale.
una fessura, scura e orizzontale
Parla, dicendo sempre cosa vuole
quando getta le zampe sue tra le
braccia. sì,Ciccio micio, si fa capire
vuole mangiare, poi s’addormenta
avvolto su stesso alla rinfusa, ronfa
chissà che cosa sogna e fa le fusa