Arturo non ha testa,
lavora ogni giorno anche se è festa,
è un povero treno di periferia
che abbassa lo sguardo e tira via.
Ha solo tre carrozze e una motrice
eppure, è il nonno che lo dice,
fila sereno e la sua voce
si sente da lontano quando è sera.
Chi lo aspetta sul binario non dispera,
chi è arrivato s'affaccia al finestrino.
Un bambino pensa - Che emozione,
io grande farò il capostazione! -
Quando il ferroviere alza la paletta,
nel tramonto Arturo avanza senza fretta,
con i suoi tre vagoni allineati,
così vicini che sembrano abbracciati.
Che pace se la gente sopra il mondo
si snodasse come Arturo piano piano,
uno dopo l'altro, tenendosi per mano.