Ho messo un etto di fagioli in tasca

Di quelli bianchi adatti per la pasta
però non so che fare, giocare
o messi al posto, incasellati in tombola
oppure salterrarli giù in padella
col pomodoro e un poco di cipolla

Ossia, da pollicino, gettarli giù
durante il mio cammino per la via;
saranno un po’ indigesti per gli uccelli
(ma quelli che becchettano del pane)
i merli, invece, gli faran la festa

Li farò parlare e mi sapranno dire
in quale strada li avevo seminati.
non è giusto usare il filo mio,
spezzare il ricordo col passato
legato ad un semplice fagiolo

Spesso al balcone, solo, io mi sento,
penso al merlo che mi prende in giro
mi guarda col suo becco giallo e dice
“Ma quanto fesso sei, per un fagiolo
sei rigettato lì senza ritegno né conforto

Sei preso dalla tua malinconia
non so se saudade, ovvero spleen
o semplice noia, unita alla tristezza.
ma non avverti questa dolce brezza
che vuol giocare coi capelli sciolti?

Fatti compagno della primavera
torna a strappare i fiori e il pelo ai gatti
e ridi insieme a noi, uccelli matti
che stanno qui in cortile,tra acqua e il vento
per farti felice per una crosta a sera, in fila

un cane, un gatto, un topo, due tortorelle
che grugano per ore, un nido con le uova.
hai visto bene…quale felicità vorresti ancora;
forse è la donna, quella che ti manca,
e che vorresti ancora, nel nido, insieme a te