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Pubblicata il 07/06/2002
Sull’asfalto macchiato dalla pioggia gela
dove della mia luna lo sguardo si posa,
riemergo dall’acqua e affondo una mela
piangendo amara i petali di una rosa.

Passi lenti e brevi la strada percorrono
mentre il mio occhio rintocca il polso,
inesorabilmente i tramonti sorgono
e vago con un essere mogio.

Bolle il mio cuore semplice e solo
quando il bianco dalle nuvole spunta,
aspetto il gozzo davanti al mio molo
come un sussulto sotto la trapunta.

Ecco che entra, ecco che muove
soffoca con lo scudo il demone alato,
e nell’aria impresso il suo odore
lasciando di limpido fresco un alone fatato.
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